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Bersani, Renzi o Vendola? -14 giorni alle primarie. Chi vincerà?

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Mancano solo due settimane al primo turno delle elezioni primarie del centrosinistra, che il 25 novembre (eventuale ballottaggio il 2 dicembre), determineranno il candidato premier della coalizione. Una competizione che si sta giocando senza esclusione di colpi,  polemiche incluse. Ma quale candidato oggi ha più probabilità di vincere? Rispetto alla precedente rilevazione di inizio ottobre, Bersani si conferma primo. Questo almeno è il verdetto dell’analisi su oltre 60 mila tweet postati a novembre da chi ha mostrato intenzione di andare a votare alle primarie. Ma qualche cosa sta cambiando. L’assoluzione di Vendola, che ha permesso al governatore della Puglia di gettarsi a capofitto nella campagna elettorale, ha prodotto un iniziale recupero del leader di SEL, tanto che nella rilevazione di inizio novembre (fatta su 39 mila tweet), tra chi scriveva in rete quasi 1 su 4 appariva intenzionato a votare per lui. Negli ultimi giorni questa esposizione mediatica si è un po’ affievolita ed il suo consenso è calato, a vantaggio di Renzi e di Bersani. Ad oggi il segretario del PD è in testa col 40,6% delle preferenze, seguito da Renzi col 34,6%. Più staccato, ma non ancora fuori dai giochi, Vendola, che può contare sul 19,3%, mentre sia la Puppato che Tabacci appaiono troppo indietro per poter sperare nell’accesso al secondo turno.

Questo dato è molto vicino a quello dell’ultimo sondaggio demoscopico disponibile, realizzato però il 30 ottobre scorso, che vede Bersani avanti col 42%, Renzi al 37% e Vendola al 15%, in calo di 2 punti. Rispetto a questo dato l’unica discrepanza riguarda proprio il maggior sostegno di cui Vendola sembra beneficiare secondo la rete. Se Bersani sembra dunque sicuro di poter accedere al ballottaggio (sempre che non riesca ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti già al primo turno – una probabilità che sebbene non da escludere, appare al momento abbastanza remota), solo nei prossimi giorni potremo capire meglio chi sarà il suo eventuale sfidante, e c’è da credere che se il leader di SEL riuscirà a mobilitare questo suo potenziale elettorato i giochi in vista del secondo turno potrebbero riservare delle sorprese.

Andamento delle preferenze nelle tre analisi effettuate. Nel prima rilevazione Tabacci non risultava ancora tra i candidati ufficiali

Ma le elezioni primarie non servono solo a scegliere il leader, perché ad ogni leader sono associate idee e proposte, le une diverse dalle altre. Nonostante infatti la carta di intenti, firmata da Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà e Partito Socialista Italiano, racchiuda le linee generali che la coalizione di centrosinistra intende perseguire, i singoli leader hanno visioni diverse rispetto alle politiche da attuare. Il centrosinistra a guida Renzi sarebbe inevitabilmente diverso da una coalizione a sostegno di Vendola, per non parlare della candidatura di Tabacci, esponente di un partito (Alleanza per l’Italia) che ha proposto alcuni emendamenti alla carta d’intenti. Un modo per fare luce su questi aspetti, è analizzare i programmi dei cinque candidati premier per il centro-sinistra.

Moderne analisi quantitative del testo utilizzate nella letteratura scientifica, permettono di farsi una idea delle relative somiglianze (e differenze) delle varie posizione. E infatti i distingui non mancano. Sulla scala sinistra-destra della coalizione di centro-sinistra si va ad esempio dalla posizione più radicale di Vendola a quella, molto moderata, di Renzi, passando per Bersani, il cui programma è a metà strada tra i due, ma non perfettamente equidistante. La linea politica dell’attuale segretario del PD è infatti parzialmente sbilanciata a sinistra, forse anche per convincere i potenziali elettori di Vendola a sostenerlo durante le primarie.

Posizioni relative all’interno della corsa alle primarie della sinistra su diritti civili (asse verticale) e asse politico (sinistra-destra)

Anche sui diritti civili le distanze tra i vari candidati si fanno sentire. Tabacci, ad esempio, non cita nemmeno il tema nel suo programma, ma dalle dichiarazioni rilasciate emerge come il più moderato su queste tematiche. Vendola al contrario, e senza alcuna sorpresa, è il più progressista quanto a laicità. Molto più cauto Bersani, che su questo terreno non si discosta troppo da Matteo Renzi, incalzato forse dalla necessità di non perdere il sostegno degli elettori cattolici del PD. Insomma, a chiunque uscirà vincitore dalle primarie, toccherà non solo confrontarsi con gli altri partiti nella competizione elettorale, ma anche affrontare un compito più insidioso: quello di sintetizzare al meglio le diverse (e a volte confliggenti) anime che attraversano il centro-sinistra, per evitare rischi di future divisioni e per dare al contempo agli elettori l’immagine di una coalizione unitaria.


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